Tuesday, August 27, 2013

Intervista ai Black Faith!

Weilà ragazzi! Sono appena tornato dalle vacanze, quindi, per celebrare la ripresa dell’attività di Timpani allo Spiedo, vi propongo questa bella intervista ai Black Faith, a mio avviso uno dei migliori gruppi black italiani attualmente in circolazione. Risponde Snarl, cantante/chitarrista della formazione abruzzese. L’intervista, che me l’ha passata completa Zeyros della Mother Death Productions, è veramente molto interessante e appassionata, come dovrebbe essere sempre.

BUONA LETTURA!

1) Ehi ciao, bentornati su queste pagine! Sono passati ben 3 anni dal promo di “Jubilate Diabolo”, come mai ci avete messo così tanto per far uscire il vostro primissimo album?

Ciao a tutto lo staff e ai lettori di Timpani allo Spiedo Webzine! Beh, poco dopo aver dato alla luce la versione promo di “Jubilate Diabolo” abbiamo lavorato per ricompletare la formazione e tornare sul palco, poi abbiamo deciso che il suono del “Promo 2010” era troppo digitale e siamo stati costretti a ri-registrarlo. Tra questo e la ri-registrazione negli Underroom Studios aggiungici pure alcuni impegni live, una laurea magistrale, un po’ di tempo di Hyakrisht e di Acheron per registrare con le loro rispettive bands, il tempo di trovare una label per il cd, e pure un mio periodo in cui sono stato in difficoltà, e hai ottenuto più o meno l’arco di tempo di 3 anni. Attualmente stiamo già componendo nuovi pezzi, e un paio sono già stati portati da live.

2) Perché lo avete riempito quasi esclusivamente di vostri vecchi pezzi? Quelli nuovi del recente split da quanto erano pronti?

In realtà i brani di “Jubilate Diabolo” prima dell’uscita del full length sono stati sentiti da ben poche persone, quindi non sono vecchi, perché la versione “Promo 2010” era una cosa temporanea solo per trovare una label e per avere qualche recensione in vista del full length, oltre che per dare qualche segno di vita visto che era un po’ che non si registrava qualcosa. Avendolo tu e qualche altro recensore sentito, a differenza di moltissima altra gente, posso capire che i pezzi siano vecchi per te, ma non è così per il pubblico. In totale di quel promo ne avremo date via sì e no 50 copie, moltissime delle quali sono state date a webzines e a case discografiche. Per il resto, non è mai stato messo in vendita e neanche è stato messo su YouTube, tranne un brano o due.
I brani dello split recente, ovvero con Khephra e Acheronte, sono stati composti da me e terminati nella prima metà del 2010, quindi dopo che avevamo registrato il Promo e parecchio dopo che la tracklist di “Jubilate Diabolo” fosse stata decisa. I brani di “The Last Prayer” rappresentano inoltre un distacco netto da “Jubilate Diabolo” perché sono 3 brani massicciamente influenzati dal thrash old school, dal metal più classico e dal rock. Stonavano nettamente con i brani del primo full length e davvero non si potevano mettere nello stesso cd.

3) Voi avete iniziato come gruppo cover dei Marduk, e quindi quanto vi è servita quest’esperienza e quanto è durata?

Fu breve e poco o per nulla rilevante. Durò circa 4-5 mesi, al tempo suonavo con tutta un’altra line up, non facemmo mai concerti come cover band, facevamo solo brani dei primi Marduk, tipo “Wolves”, “On Darkened Wings”, e non eravamo interessati a fare brani più famosi tipo “Panzer Division Marduk”.
Già sarebbe uscita una cover band strana, ma soprattutto ormai sentivo che ero pronto per cominciare a scrivere pezzi miei. Il primo riff mai composto dei Black Faith è il primo di “Sanctity in Darkness”, scritto da me e da Lord Asmod a Dicembre 2004 e non è assolutamente in stile Marduk. Quindi credo sia stato solo un periodo di avviamento normale, che non mi ha neanche particolarmente influenzato come composizione, anche se sono sempre stato, e lo sono tuttora, un grande fan dei Marduk.

4) Comunque, nel vostro black metal si sente qualche forte influenza dalla variante svedese del genere, anche se il vostro stile risulta decisamente più dinamico e “razionale” di quello dei vecchi Marduk. In più, a tratti sembrate parecchio influenzati dal punk (specialmente in “Seduced by the Evil One”). Ci ho visto giusto?

Le influenze dei Marduk non ce le sento e, con rispetto, è da tempo che ogni nostro disco bene o male finisce per essere accomunato a sproposito ai Marduk. Tranne il “Promo 2010”: lì c’era una cover dei Darkthrone e ci dissero che somigliavamo ai Darkthrone (e hai ragione, pure io feci ‘sto paragone! Nda Claustrofobia). Ora che è uscito il cd, la gente è tornata a paragonarci ai Marduk, peccato però che il promo era un’anteprima del disco e 5 pezzi sono gli stessi ri - registrati!
Penso che la gente categorizza troppo la band X in base alla cover che porta o in base alle tematiche mostrate nella cover o nel logo, e questo non va per niente bene, anche perché non succede di rado in Italia, e a volte ti fa veramente porre dei punti interrogativi. Ricordo quando ad esempio i romani Vidharr pubblicarono un demo che aveva anche una cover dei Carpathian Forest: tutti ad accomunarli ai C. Forest e qualcuno a bocciarli perché non erano abbastanza nello stile di quella band (?!?). Ma se ascolti i brani di quel demo, e conosci i C. Forest, sai bene che paragonarli è una sciocchezza. Se Ligabue facesse un album con una cover dei Carpathian Forest o dei Marduk, vuol dire che quell’album va paragonato a tali bands? Non credo proprio. Eppure con noi e altre bands succede.
Tornando alla tua domanda: abbiamo delle parti molto veloci di batteria e non suoniamo solo coi tempi stile Darkthrone, quindi sì effettivamente abbiamo uno stile più dinamico, è mutuato dalla nostra passione per il metal old school e per lo speed/thrash in particolare, e questo penso si è riversato sulla nostra musica tramite uno stile veloce ma che punta molto anche all’aggressione. Abbiamo lavorato per far diventare questo stile il nostro trademark, almeno su “Jubilate Diabolo”. Per lo stile razionale, se ti riferisci ai primissimi Marduk ancora un po’ immaturi fino a “Dark Endless” compreso, hai ragione: noi usiamo più armonizzazioni, siamo più tipicamente metal e usiamo più atmosfera nei brani, ma se ci paragoni a “Nightwing” od “Opus Nocturne”, le cose cambiano.
Per quel che riguarda “Seduced by the Evil One”, non sei il primo a sentire influenze punk, ma in realtà il punk c’interessa poco o per niente: quello è uno dei brani dove le influenze old school metal nei Black Faith si sentono meglio. Consideralo come il brano che costituisce lo Speed Metal Attack all’interno del nostro disco, o se preferisci un mix tra Motorhead e Black Metal, shakerato dai Black Faith.

5) Mi sono accorto che l’album è stato diviso in 2 parti: la prima è più diretta e meno tradizionale, mentre l’altra, composta più che altro dai pezzi del vostro primo demo, è più black metal e presenta pezzi più lunghi. Come mai? C’è un brano che preferite più di ogni altro?

Non ci avevo fatto caso, complimenti per l’osservazione, ben scovata! Ma non è stata pianificata. Brani come “My Walk in the Dark” e “Seduced by the Evil One” sono effettivamente più votati alla violenza e “Beyond the Night” alla velocità, mentre effettivamente canzoni come “Burnt Flesh Sculptures” e la title track sono più tipicamente atmosferiche. Questa seconda metà presenta però solo 2 brani su 4 ripescati dal demo, di cui uno, “Padre Mithra”, in realtà è stata inserita nel cd solo a registrazione ultimata, perché per il resto ne era pianificato all’inizio un uso diverso.
Questa suddivisione involontaria del cd in due parti rispecchia bene l’evoluzione sonora dei Black Faith dal demo: da un Norwegian style a uno stile ancora di stampo prevalentemente norvegese ma meno atmosferico e più metal, che ricerca l’aggressività, la potenza sonora e l’impatto live. Essendo questi brani più violenti e veloci, è stato normale (ma evidentemente non fatto apposta) per noi pensare di raggrupparli e metterli in apertura.

6) Parliamo adesso delle tematiche. Di cosa trattano più esattamente i vari brani? Chi è questo “Padre Mithra”?

Il concept dell’album
tratta del bisogno intrinseco dell'uomo di fare il male, del fatto che il male esiste sempre e comunque, di fare tutta una serie di cose che portano l'uomo dritto nel fuoco dell'inferno. E questo è stato diviso in diversi capitoli riguardanti la contraddizione di diversi aspetti dell'uomo e della cristianità. “My Walk In The Dark” attacca la castità spirituale dell’Uomo, simboleggiata dal calice nero, col quale l’uomo si avvicina al Male non appena si apre alla vita. "Beyond The Night" è simboleggiata da un lume di candela rovesciato, questa canzone attacca il dogma e descrive la voglia dell’Uomo di distaccarsi da esso. "Seduced By The Evil One" attacca alcune concezioni mentali della fede cristiana, particolarmente riguardanti esperienze oniriche e inconscie, ed è simboleggiata dal Serpente che avvelena la fede. "Thy Vital Breath" ridicolizza la creazione dell’Uomo, che oggi più che mai morde la mano che l’ha creato. Il simbolo di questa canzone è quello alchemico del Piombo, metallo tossico. "Burnt Flesh Sculptures" descrive la corruzione della carne e il disgusto per l’Uomo. È rappresentata dal simbolo alchemico del Mercurio. "Black Nocturnal Lithurgy" attacca la purezza dell’anima, ben lontana dall’essere quella cosa pura e misericordiosa. Il simbolo è un incappucciato e il testo è tratto da un rituale. Descrive come l’uomo sia soggiogato al Male e agli atti malevoli insiti nella sua natura. La conclusione è scritta nel testo di "Jubilate Diabolo": alla luce di tutto questo, non è difficile notare come il Bene sia solo un principio etico e giusto, ma per il quale nella vita non ci sia posto. La verità è nel Male, l’Uomo ce l’ha dentro e ne è attratto e quindi dovrebbe riconoscerlo una volta per tutte, ed è incredibile notare come questa tipologia di Male corrisponda per moltissimi aspetti (se non tutti) a quella del Diavolo. Ecco di cosa parla "Jubilate Diabolo".
Volontariamente non ho nominato “Padre Mithra” perché come dicevo è stata inserita nell’album solo all’ultimo momento, quando il concept dell’album era già scritto da anni, per cui liricamente si distacca dal resto dell’album. Non a caso questa canzone non compare nel retro cover del “Promo 2010”, malgrado esso fosse un’anteprima del nostro full length. Il testo è un’esaltazione del dio Mithra, e abbiamo scelto proprio lui poiché chiunque abbia seguito qualcosa di Aleister Crowley sa già di cosa si parla: Nel 20 Gennaio 1918 Crowley, studiando la figura del Baphomet e indagando sulla genesi di questo nome misterioso, interpretò la parola come “Baphomethr”, dove la “r” finale è muta, che significa “Padre Mithra”. Mithra o Mitra è un dio italico il cui culto era largamente diffuso tra il 300 e 400 d.C. e fu messo a tacere dall’editto dell’Imperatore Teodosio, che bandì la libertà di religione. Anche i Death SS trattarono anni fa questo argomento nella loro “Baphomet”.
Il testo di questa canzone, inoltre, nel 2005 lo scrissi anche come provocazione alla superficialità spirituale che già allora serpeggiava nel Black Metal nei confronti di temi a mio avviso necessari in questo ambito quali misticismo, occultismo, satanismo e paganesimo. Come spero di aver dimostrato in questa mia brevissima descrizione, c’è francamente molto di più da sapere e di cui parlare piuttosto che scopiazzare due massime di Burzum e poi buonanotte.
7) Alcuni pezzi sono cantati sia in italiano che in inglese. A cosa è dovuta una tale scelta? A quando un brano cantato completamente in madrelingua?

Quando metto parti in italiano nella musica lo faccio perché avrebbe poco senso farlo in inglese. La parte in italiano di “Padre Mithra” è una preghiera al dio Mithra, ed essendo come detto prima un dio italico, cantare quella parte in inglese non avrebbe avuto senso. Riguardo alla title track, cantata in italiano per metà, quelle parole sono l’apice del concept dell’album, perciò volevo che fossero esposte chiaramente delle parole che suonano esecrande, crude e ingiuriose. L’ho fatto sia per rendere chiaro il concetto dell’album, sia perché penso che a volte il Black Metal manchi di un messaggio da dare che sia blasfemo ma anche concreto e inquadrabile, e che venga rimpiazzato da frasi (meglio se in italiano) magari auliche ma con un messaggio mica tanto chiaro e a volte con un lessico non sbagliato ma improbabile. La nostra risposta è un’opposizione a questo, manifestata con questa scelta stilistica.
Per quel che riguarda un brano in italiano, ti dirò: per me un testo in madrelingua o in inglese è nient’altro che un marginale particolare, un dettaglio. Se capiterà che faremo una canzone in italiano, ci sarà il suo motivo artistico, ma non so se e quando questo avverrà. Personalmente ho sempre pensato che l’italiano è una lingua troppo eufonica e ha troppe parole lunghe, difficili da mettere in metrica; può servire per sottolineare alcuni momenti salienti della canzone, ma niente di più. Ho sempre preferito l’incredibile “Io Thoth Amon, Io sono Shaytan” strillato da Cadaveria negli Opera IX alla fine di “The first seal”, che sottolineava il climax conclusivo della canzone, oppure la parte finale declamata di “Roma Divina Urbs” degli Aborym, piuttosto che dei testi completamente in italiano di tante altre bands.
Infine, magari è solo una mia impressione, ma ho notato come i testi Black Metal in italiano tendono spesso a essere troppo poetici o comunque ad abusare di parole o espressioni auliche, e per questo li ho sempre trovati in molti casi stucchevoli, ridondanti, e pure un po’ pacchiani. Questo è un altro dei motivi per cui al momento non mi va proprio di scrivere una canzone tutta in italiano.
Black Faith - Photo
8) Raccontatemi del vostro split che, fra l’altro, avete diviso con un gruppo storico della Penisola, cioè i Khephra. E’ strano che, di punto in bianco, siate diventati così attivi rilasciando 2 dischi nell’arco di un mese…

I 3 brani da noi proposti dovevano in realtà uscire per un altro split con altre bands e label, ma non se ne fece più niente, così dopo un po’ di contatti, seppi da Phobos degli Acheronte che loro stavano per fare uno split coi Khephra a cassetta tramite la SBRT Records. Chiedemmo se potevamo unirci a loro e tutti accettarono. Siamo davvero contenti di aver fatto uno split con queste due bands: gli Acheronte già li conoscevo, avevo visto dei loro concerti e insieme siamo pure andati a vederne qualcuno a Roma. I Khephra li conosco sin da che ho recensito anni fa il loro “Resurrection”, e li trovai eccezionali. Conobbi Draughar tramite Facebook e scoprii che musicalmente c’era stima reciproca, oltre al fatto che è un amante del metal old school come me. Abbiamo anche suonato tutti e tre insieme una sera a Tortoreto nel 2012 e ci fu un’ottima sintonia anche come persone. È stata una serata fantastica!
Per il resto, ci trovi attivi? Pensa allora che abbiamo ancora un’altra release in cantiere, ovvero uno split in vinile 7” coi Silberbach e stiamo anche componendo i brani nuovi! Il fatto è che in passato, fino direi a metà 2009, l’attività è stata rallentata da problemi di formazione e anche da gente o eventi che mi hanno fatto perdere tempo, ma in realtà la composizione non è mai stata ferma. Non so ancora dirti quando saremo pronti per fare il secondo cd, ma di certo non ci metteremo così tanto tempo.

9) Mi sembra che la scena black metal abruzzese si stia dando una bella mossa negli ultimi anni. E’ solo una mia impressione? Che aria gira dalle vostre parti?

Ultimi anni? Solo parlando dei centri abitati di Pescara e Chieti, si fa Black Metal dal 1997 grazie ai My Dark Sin e agli Essenza, poi sono venuti Obscura Nox Hibernis, Draugr, noi, Sturmkaiser, poi altri, e abbiamo raggiunto il top nel 2007, dove tra queste due città esistevano ben 7 bands black metal, e tutte tranne una hanno fatto almeno un demo, quindi oggettivamente esistono. Al di fuori del Black Metal, poi, sicuramente è merito del buon successo commerciale nazionale raggiunto ormai da anni da bands quali Zippo, Draugr e Sawthis. Anche Rabid Dogs, Mud e Ignition Code suonano parecchio in giro.
L’aria che tira dalle nostre parti è quella di un mucchio di bands che vogliono fare musica, dischi, concerti e di suonare in giro, dove per “in giro” non si intendono i due locali in zona e poi chissà. Noi si pensa a suonare, c’interessa chi fa buona musica e chi si fa una birra doppio malto con noi, non chi si ghettizza, chi si atteggia da true, da capo del metal o da persona che ne sa più degli altri perché sente metal da un giorno prima di te. Io non ho suonato moltissimo fuori regione, ma mi basta seguire avvenimenti, forums e dicerie per vedere che là fuori c’è una rivalità insulsa e incredibile, bands che odiano altre bands solo perché sono della stessa provincia come se fossero una minaccia, gente veterana che non accetta che i giovani suonino lo stesso genere loro per paura che gli tolgano pubblico, gente giovane che patisce il confronto con veterani affermati, musicisti che criticano altri musicisti perché troppo tecnici o troppo poco tecnici o che hanno un’altra mentalità, rosiconi di vario tipo, nessuna collaborazione, niente dialogo, solo auto segregazione, ghettizzazioni, e in fin dei conti niente vero supporto all’underground, visto che queste menate avvengono solo tra persone con mentalità limitata alla loro provincia e al fatto che devono continuare a fare gli idoli locali del cazzo. Noi suoniamo, facciamo releases e non comunelle su Facebook, cerchiamo di far pogare il pubblico da live, ci divertiamo e tutto il resto non ci interessa. Se ci fosse qualche nuova leva black metal locale noi penseremmo a incoraggiarla e dargli consigli per camminare da sola, piuttosto che reprimerla per paura che ci tolga spazio. Una scena nasce unendo le forze e supportando i concerti, anche quelli di un genere diverso da quello che fai tu, non ghettizzando tutto. Da noi è così, da voi non so.

10) Okay, l’intervista è ormai finita. Sono stato palloso? Congedatevi come volete…

Per niente palloso! Grazie dell’opportunità concessaci e se siete interessati, vi consiglio un ascolto del nostro full length “Jubilate Diabolo”, ordinabile tramite Mother Death Productions. Support Mother Death Productions, Magma Label e SBRT records. A.M.S.G.

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