Saturday, September 7, 2013

Intervista ai Veratrum!

Carissime e carissimi,
oggi vi faccio leggere un’intervista veramente sui generis, perché riguardante i testi del primissimo album dei Veratrum intitolato “Sentieri Dimenticati”, che io recensii ormai un anno fa o qualcosa del genere. Alle mie domande risponde Haiwas, cantante del gruppo lombardo, che ha snocciolato un po’ di cultura occultistica/esoterica parecchio interessante e lontana dai toni superficiali generalmente preferiti dal resto dei gruppi..

BUONA LETTURA!

1)      Ciao, finalmente mi sono ricordato di trattare le liriche del vostro primo album! Quindi, partiamo subito con questa domanda: di cosa parlate più esattamente in “Sentieri Dimenticati”? Lo si può ritenere un concept – album?

Ciao Flavio. Sì, è un concept album che parla del viaggio del protagonista, l’Uomo, verso i continenti di Atlantide, Thule e Agarthi. Questi luoghi mistici sono molto importanti per l’esoterismo in quanto simboleggiano valori e ordini di idee ben precisi. Prima però, l’Uomo diventa un mago nel corso di un cammino che termina con l’Ars Goetia.

2)      Infatti, nelle liriche si citano spesso e volentieri i cosiddetti continenti perduti, appunto Atlantide, Thule e Agarthi. Perché ne siete così affascinati? Credete veramente che siano mai esistiti? E perché li avete collocati in questo cammino spirituale dell’Uomo?

Direi che sono oggettivamente affascinanti. L’origine di questi miti affonda le sue radici nei secoli passati. Sono simboli: Atlantide è la società perfetta; Thule la spiritualità eccelsa e Agarthi il sapere. Quindi, ricapitolando, sono rispettivamente la politica, la religione e la scienza nello stato più puro. Queste tre città non sono mai esistite ma sono descritte da personaggi illustri. Per quanto riguarda Atlantide il riferimento viene, ovviamente, dal Crizia di Platone. Thule venne descritta dal geografo greco Pitea che la descrisse di ritorno da un lunghissimo viaggio cominciato dall’odierna Marsiglia. Probabilmente egli giunse fino in Islanda. La descrizione che ne fa sembra combaciare. Per esempio, si può pensare alla menzione degli “elementi che si fondono”. In Islanda si trova l’acqua in parte al fuoco e al ghiaccio. Di sicuro lo spettacolo avrebbe impressionato un antico greco. Nel tempo l’idea di Thule assunse tratti esoterici e mistici che culminarono nella sciagurata Società di Thule che fu la “culla intellettuale” del nazismo. Ma noi non ci siamo rifatti a tale tradizione. Agarthi (che significa “l’inaccessibile”) è un’entità mistica introdotta in Europa nel XIX° secolo da W.G. Emerson (ossia Willis George Emerson, una specie di scrittore statunitense del fantastico nato nel 1856 e morto nel 1918. Nda Claustrofbia) che divulgò delle credenze buddiste e in generale centro asiatiche. Si ricollega all’antica idea della Terra Cava (secondo quest’idea, l’interno della Terra sarebbe cavo, e di conseguenza abitato o abitabile. Nda Claustrofobia). Oggi sappiamo che non esiste niente del genere però molti studiosi ci credevano. Per esempio, c’è un ritratto di Halley (allievo di Newton e osservatore dell’omonima cometa) dove ha in mano una mappa della Terra Cava.

3)      Vuoi spiegare il senso della frase “Il basso è l’alto e l’abisso è la via” contenuta nel pezzo di chiusura, cioè “Agarthi”?

È un gioco di parole enfatizzato dall’allitterazione basso/abisso. Giungere ad Agarthi significa elevare la propria mente ma per arrivarci bisogna andare in basso. È una sfida a contraddire il senso comune.

4)      Cos’è l’Ars Goetia e a cosa serve?

L’Ars Goetia è l’arte di evocare i démoni. Si narra che un maestro di tale pratica fosse Re Salomone. Molti testi di evocazione demonica del XVI/XVII° secolo si chiamano “Goezie”. Il protagonista del concept comincia a studiarla per passare da soggetto passivo della realtà a soggetto attivo e padrone di ciò che lo circonda (“sono io l’attore che domina la realtà/non inerte spettatore di questa fatalità”).

5)      I vostri nomi d’arte sono i nomi di demoni “minori”. Per quali motivi vi identificate proprio in essi? Non credo che li usiate soltanto per rispettare la tradizione del metal estremo…

Io ho adottato il nome di Haiwas perché, oltre a essere eufonico, è il nome del demone messaggero che rivela segreti a chi lo evoca e aiuta il mago a risolvere problemi legati ai riti, all’alchimia eccetera. Mi sembrava un bel nome per un cantante. Gli altri trovarono l’idea interessante e assunsero un nome di demone con caratteristiche in cui si rispecchiavano o che trovavano interessanti.

6)      Qual è il significato della copertina dell’album, con particolare riferimento a quei 3 segni e a quei 3 “pianeti” blu in essa raffigurati? Perchè domina così tanto il numero 3?

Non sono pianeti, sono i simboli esoterici delle tre città perdute. I cerchi concentrici sono la mappa di Atlantide, l’enneagramma è Agarthi e la ruota è Thule. Il riferimento al 3 non è voluto, ma I Trionfi più Grandi è piena di riferimenti alla numerologia e alla cartomanzia che chiariscono il significato del brano. Purtroppo, nessuno li ha mai notati penso.

7)      Oltre alla Blavatsky, quali sono le vostre ispirazioni principali in ambito occultistico/esoterico? Inoltre, considerando che i tuoi testi sono anche abbastanza poetici, c’è qualche poeta che ti ha influenzato?

La Blavatsky fu un gigante nel suo ambito. La Teosofia e il suo Spiritismo altro non sono che dottrine orientali millenarie che lei ha scoperto e predicato in Europa. Penso che abbia avuto anche una funzione culturale. Come gli Umanisti hanno tramandato il sapere classico, lei e altri ci hanno portato una parte della spiritualità buddista. Un altro punto di riferimento è Crowley. Questo autore viene venduto come un inventore del satanismo ma è una stupidaggine. Io lo vedo più come un anarchico. Ci voleva coraggio a fare orge, predicare il libero erotismo e a vestirsi da donna nell’Inghilterra proibizionista. Satana per lui rappresenta l’anticonformista che spazza via la morale dominante spesso ipocrita e corrotta. Non mi sembra un concetto brutto e, in ogni caso, pericoloso.
Per quanto riguarda i poeti sono molto legato a Dante e Leopardi tra gli italiani e a Coleridge e Blake tra gli inglesi. Non disdegno nemmeno i tedeschi come Goethe. In generale, la poesia del CD vuole interrogarsi sul senso intimo degli eventi che ci circondano e sul futuro. La canzone chiave è “Thule” e in particolare i versi “anche il male è parte di un disegno / o siamo tutti perduti nella stessa menzogna?”. Cioè, se il male che ci circonda non ha un senso ultimo allora vuol dire che il mondo è anarchico e privo di qualunque filo logico. Però, le religioni, tutte le religioni, cercano di negare questo. Se il male e la morte possono essere ricondotte in un disegno più ampio e coerente, allora siamo meno angosciati. Si risponderebbe anche a domande più generali di ordine logico del tipo “perché una cosa è andata così fra le 1000 alternative che c’erano? È stata la provvidenza? Una legge fisica?” Ma se diciamo che non c’è niente di tutto ciò, per davvero, allora non c’è né ordine né senso ma solo probabilità. Ciò che ci circonda diventa più vero ma anche più angosciante. Se mi muore un figlio perché la provvidenza ha voluto così magari me ne faccio una ragione ma se è l’anarchia casuale che l’ha voluto, beh, mi incazzo! Quindi se il male non fa parte di un disegno siamo tutti parte della stessa bugia e cioè che tutte le cose, specialmente le peggiori, abbiano un senso, per quanto recondito sia, mentre non è così e siamo sostanzialmente persi.   

8)      L’italiano, nel death metal, non è una lingua così frequente, anzi, è quasi assente. Quindi, perché avete scelto di cantare in madrelingua? C’è magari anche qualche motivo “politico”?

Diciamo che c’è un motivo politico in senso lato. Non riteniamo che il metal estremo si possa cantare solo in inglese. Molte band di madrelingua cantano stupidaggini ridicole che tanto non capiamo e quindi cantiamo a squarciagola nei festival. Vale anche l’opposto, ho fatto ascoltare ad amici americani delle band italiane cantare in inglese. Questi si sono messi a ridere perché cantano cose completamente sbagliate. Noi volevamo far sì che i testi fossero importanti tanto quanto la musica. Per fare ciò, serve che il cantato sia nella nostra lingua madre. Non abbiamo mai avuto problemi. Il cantato è questione di metrica e la metrica c’è in Inglese e in Italiano. Se il problema sono i contenuti, beh, si possono dire scemenze in tutte le lingue del mondo, quindi una vale l’altra. Se invece si hanno idee più “ambiziose” è meglio cantare nella propria lingua madre e assumersi la responsabilità.

9)      Okay, quest’intervista un po’ sui generis sta finendo, ti è piaciuta? Adesso può dire tutto ciò che vi pare.

Ti voglio ringraziare per aver fatto attenzione ai testi che sono generalmente una parte del nostro CD che viene trascurata. Invito tutti i lettori ad ascoltare la nostra musica, i nostri testi e a commentare sulla nostra pagina Facebook “Veratrum”. Siamo aperti alla discussione! Per rimanere aggiornati sui nostri live e sulla nostra attività, potete visitare, per l’appunto, la pagina Facebook e la pagina Reverbnation (www.reverbnation.com/veratrumdeath).
A PRESTO!!!

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