Wednesday, April 22, 2015

Fides Inversa - "Mysterium Tremendum et Fascinans" (2014)

Fides Inversa - Mysterium Tremendum et Fascinans

La tedesca World Terror Committee si riconferma etichetta black metal di razza grazie al secondo album dei Fides Inversa che, intitolato “Mysterium Tremendum et Fascinans” (più tardi spiegherò le origini di questo particolare titolo), segue a 5 anni di distanza il disco di debutto “Hanc Aciem Sola Retundit Virtus (The Algolagnia Divine)”, rilasciato dalla francese Osmose Prod. L’esordio fece veramente una bella impressione, anche perché ci si trovava davanti a un vero e proprio monolite titanico composto di 4 pezzi ciascuno lungo come minimo 12 minuti, insomma non proprio una passeggiata per l’ascoltatore e un bel rischio per un gruppo nato nel 2006 ma senza nessun demo alle spalle. Però, la battaglia è stata vinta lo stesso, il duo si è fatto un certo nome grazie a un’intensa attività live (per la quale dal 2013 è diventato un terzetto attraverso l’innesto del bassista V.P. – già negli Ondskapt e nei Nominon, non due gruppi qualunque) in giro per l’Europa. Ma sapete di che nazionalità sono i Fides Inversa? Italiani! Ma che dico? Romani, proprio come il sottoscritto! Ed ecco che, di punto in bianco, questa recensione si impregna di orgoglio capitolino black metal, quindi forse stavolta sono un po’ di parte (ma neanche tanto poi dai… o sì?).

Allora, i nostri due loschi figuri suonano un religious black metal incredibilmente molto vario oltreché caratterizzato da frequenti momenti doom mentre abbondano le melodie sinistre. Nell’album ci sono due pezzi-tipo: quelli pari sono generalmente più spietati e blasteggianti (spesso a livelli esasperati) ma senza perdere niente in fatto di complessità, lo dimostra specialmente la drammatica “IV” che, lunga la bellezza di 12 minuti, a un certo punto ha un interminabile intermezzo “liturgico” seguito da un assalto black maestoso e arpeggiato concluso poi da un tempo lento quantomai emozionale. I pezzi dispari, a partire dall’intro musicata “I” (che è un po’ inutile perché ripete sostanzialmente le stesse cose dall’inizio alla fine), sono più lenti ma anche più avvolgenti dato che è proprio qui che emerge spesso una seconda chitarra capace di interagire ottimamente con la compagna così da dar più profondità a tutto il discorso; ne sanno qualcosa la luciferina “III” e la triste ed evocativa “V” (nella quale la batteria diventa a un certo punto schizofrenica e nervosa) mentre il tour de force da 11 minuti “VII”, un pochino più equilibrato fra tempi veloci e doom, è alle volte pericolosamente contorto e dissonante offrendo però, e proprio alla fine, l’unico assolo di tutto il disco… peccato però che ‘sta canzone sia così contorta da essere a tratti veramente frustrante ma fortuna che si risolleva nei minuti finali.

Qualche parola la devo spendere anche sulla batteria, che è così duttile da creare talvolta delle partiture complicate e quindi insolite per il genere, pure quando va a velocità supersoniche; e sul comparto vocale, quantomai fantasioso e “caotico” e di cui mi sono piaciute molto certe urla disperatissime, per non parlare delle voci sofferenti di “IV” o di quella narrante di “V” (che si conclude con un pezzo della colonna sonora del film “Shining”). Il basso è invece praticamente inesistente tanto che per sentirlo bisogna fare degli sforzi sovrumani che nemmanco Superman!

Liricamente parlando, l’album è focalizzato sulla teologia di Rudolf Otto, un importante filosofo tedesco della religione vissuto fra il 1800 e il ‘900. Egli teorizzò che alcune delle cause per le quali l’uomo crede nel “numinoso” (cioè in Dio o in qualunque altra entità sovrannaturale) derivino dal “terrore tremendo e affascinante” (“tremendum et fascinans”) per la morte e anche dal mistero (“mysterium”) del “Totalmente Altro”, cioè di ciò che è nascosto dalla nostra dimensione terrena. Ma ovviamente, tutto questo viene riletto dai Fides Inversa in chiave satanica.

Per farla breve, “Mysterium Tremendum et Fascinans” (voto: 8,5) è un album black metal che merita tantissimo. Il bello è che dura ben 51 minuti e, a parte la conclusiva “VII”, non annoia mai. Certo, non trascende i confini del genere come “The Dead of the World” dei tedeschi Ascension, ergo è di impostazione più classica ma ha un fortissimo taglio drammatico che non si sente molto in giro, e in più esso viene coniugato perfettamente con una spietatezza che deve parecchio alla scuola svedese. Insomma, anche stavolta i Fides Inversa hanno fatto centro, e per una volta questo centro viene da un gruppo non solo italiano ma addirittura romano, il che non si sente proprio tutti i giorni (effettivamente, la scena black capitolina non è che sia poi così valida, anzi).

Tracklist:

1 – I
2 – II
3 – III
4 – IV
5 – V
6 – VI
7 – VII

Line-up:

Omega A.D. – voce/batteria
Void A.D. – chitarre/basso

FaceBook: http://www.facebook.com/fidesinversa

World Terror Committee: http://www.w-t-c.org/

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